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Questo sistema di scolo viene realizzato attaccando, mediante tasselli o cicogne, sul perimetro della copertura, a poca distanza dal bordo, una canaletta di raccolta, detta gronda, che convoglia l'acqua in apposite tubazioni, dette pluviali, fino a raggiungere il pozzetto di raccolta collegato alle fognature. La gronda deve avere una leggera pendenza, per far si che l'acqua scorra in maniera corretta; la pendenza minima è dell 1% per metro di lunghezza (all'incirca un centimetro).
La tipologia della gronda e dei pluviali dipende dalla quantità e dal tipo di precipitazioni meteoriche ed anche dalla forma del tetto.
Una copertura complicata, interrotta frequentemente, con molte falde e formata da tetti a quote variabili, presenterà un sistema di scolo delle acque molto complesso e dispendioso, talvolta anche con conseguenze negative sull'impatto estetico dell'opera.
Si chiamano rette di gronda i segmenti lineari che formano il perimetro d'imposta di una copertura a falde piane;
In edifici rurali, invece, non c'è un vero canale di scolo, l'acqua piovana viene scaricata direttamente sul marciapedie oppure in piccole pozzanghere nel terreno.
Quindi una gronda deve essere ben fissata alla copertura dell'edificio; e deve saper sopportare i carichi dovuti all'azione del vento e della neve, nonché i carichi concentrati. La norma, che andremo ad accennare nella pagina successiva, indica anche il dimensionamento idraulico (dipende dalla superficie del tetto), il posizionamento dei pluviali, il loro fissaggio e le tecniche per assorbire le dilatazioni termiche.